La scultura di Alessandra Porfidio intrattiene con lo spazio un rapporto squisitamente estetico, vivificato, di volta in volta, dalla luce. Più che core strutture o volumi, le opere di Porfidia si configurano come composizioni tridimensionali di indubbio suggestione lirica dov’è continuo è l’interscambio tra realtà e astrazione. Caratteristico precipua è un idea germinale di natura. Tutte le opere variamente realizzate in marmo, cemento, acciaio, travertino, partano infatti da un nucleo, una cellula, un seme, ovvero do uno forza centrifuga che esplode. Si apre, fiorisce, evocando via il corpo umano o un albero, una danza o le onde del mare. Artista di rara consapevolezza critica, Alessandro Porfidio ha acquisito un proprio linguaggio nello studio di pochi ideali maestri, primi tra tutti Moore, Matisse ed Arp, dai quali deriva l’attenta indagine dei materiali, la predilezione per la linea limpida e l’interesse per immagini morbide, procreate, parrebbe, da incessanti metamorfosi. Le sue sculture in Acciaio hanno una partenza grafica e del segno deciso e sinuoso mantengono il ritmo spaziale ed il motore dei profili. Ma vi è anche non meno determinante, un referente con la pittura a plàt. Più che come forme e volumi le sculture della Porfidia si configurano come immagini che danno luogo a composizioni tridimensionali articolate in unioni di grande suggestione lirica dov’è continuo è l’interscambio tra realtà e astrazione, sia tra uomo e natura.
Lorenza Trucchi